[Studio comparativo sull’utilizzo di campi elettromagnetici pulsati in pazienti con pseudoartrosi di tibia trattati con chiodi endomidollari]

Juan L Cebrián et al.
Dipartimento di Chirurgia Ortopedica, Clinica San Carlos, Madrid, Spagna
International Orthopaedics (SICOT) (2010) 34:347-440

La pseudoartrosi di tibia è una complicazione frequente che obbliga il paziente ad inattività prolungata ed interventi chirurgici ripetuti che portano a risultati clinici non sempre ottimali. L’uso di chiodi endomidollari dinamici nei ritardi di consolidazione è un metodo valido, anche se non esente da complicazioni soprattutto nelle pseudoartrosi.

Nelle pseudoartrosi l’’uso dei Campi Elettro Magnetici Pulsati (CEMP) è consolidato nella pratica clinica da molti anni. I CEMP inducono un incremento del trasporto degli ioni calcio attraverso la membrana cellulare che produce aumento della concentrazione di calcio intracellulare, stimolazione di fattori di crescita e infine accelerazione del processo osteogenetico.

Gli Autori hanno dimostrato che l’utilizzo di CEMP (Biostim, IGEA, Carpi, Italy) in associazione a chiodi endomidollari dinamici porta a una maggiore percentuale di consolidazioni e accorcia significativamente i tempi di guarigione con una minor incidenza di effetti collaterali.

Lo studio

Sono stati reclutati retrospettivamente 57 pazienti con pseudoartrosi di tibia, tutti trattati chirurgicamente con chiodi endomidollari dinamici Grosse-Kempf; di questi 57 pazienti, 22 sono stati stimolati con campi elettromagnetici pulsati (Biostim, IGEA, Carpi, Italy). L’età media dei pazienti era di 38,3 anni, la causa di frattura era nel 65% dei casi un incidente stradale.
La pseudoartrosi era stata diagnosticata e definita tale sulla base sia dell’esame clinico sia di quello radiologico. Entrambi i gruppi erano simili per tipologia di frattura e di pseudoartrosi.
Biostim è stato utilizzato al domicilio del paziente nelle ore di riposo notturno per almeno otto ore al giorno. La durata media del trattamento è stata di 5,6 mesi (intervallo da 3 a 10 mesi).

I risultati

I risultati clinici e radiologici hanno evidenziato 49 casi di pseudoartrosi guarite (86%) e 8 (14%) non guarite.
Delle 22 fratture trattate con Biostim, 20 (91%) erano guarite e 2 (9%) non lo erano. Delle 37 fratture trattate solo con Grosse-Kempf, 29 (83%) erano guarite e 6 (17%) non lo erano.

 

Il tempo medio di guarigione stabilito sulla base della prima evidenza radiografica di consolidazione della pseudoartrosi era di 3,3 mesi (intervallo da 2 a 7 mesi) nei pazienti trattati con Biostim e di 4,9 mesi (intervallo da 3 a 9 mesi) nei pazienti non trattati con Biostim.


                                                                                                        

La relazione tra la guarigione e classificazione iniziale delle fratture e tra tempi di guarigione e utilizzo di CEMP era statisticamente significativa (p<0,05)

Delle 8 fratture non guarite (2 nel gruppo con Biostim e 6 nel gruppo di controllo) sette sono guarite solo dopo diversi interventi chirurgici e in un caso è stato necessario amputare la gamba.

Conclusioni

“I risultati ottenuti dimostrano l’efficacia di Biostim e l’importante ruolo che può avere nella guarigione delle pseudoartrosi anche in associazione con altri approcci terapeutici.”
Biostim aumenta il numero di guarigioni, accelera il processo di consolidazione delle pseudoartrosi della tibia, e diminuisce l’insorgere di complicanze.