Una nuova terapia di
fondo per le tendinopatie?
Valutazione clinico-ecografica
in atleti con tendinopatia achillea
M. Muratore*, F. Calcagnile*, C.Circhetta*, E. Quarta*
* U.O. Reumatologia Ospedale Galateo San Cesario di Lecce
Introduzione
Una delle complicanze più frequenti di alcune attività
sportive è l’insorgenza di patologie flogistiche degenerative
a carico di alcune strutture tendinee. La tendinopatia
cronica dell’Achilleo è un’affezione dolorosa che colpisce
frequentemente gli sportivi che praticano jogging/footing,
sia in maniera costante che occasionalmente. Si può associare,
anche, una entesopatia calcaneare ma possiamo riscontrare
lesioni degenerative che possono giungere alla rottura
parziale o completa del tendine. Da un punto di vista
eziologico, è dovuta, generalmente a microtraumi reiterati
o traumi acuti ma, anche, ad altre patologie (Spondiloartriti
sieronegative, dismetabolismi…) o all’uso di alcuni farmaci
(antibiotici fluorchinolonici).
In questo studio si è voluto prendere in considerazione
le “tendinopatie”, quale processo degenerativo/infiammatorio,
per verificare se il solo trattamento con FANS o, invece,
l’aggiunta di microelementi costitutivi essenziali (EUTEND)
sia in grado di ripristinare la fisiologia del tendine
determinando un miglioramento del quadro anatomico e, quindi,
funzionale.
Nel nostro studio è stato valutato il tendine di Achille
che presentava fenomeni di tipo degenerativo in fase flogistica,
con aspetti ecografici di tendinosi (aumento di volume
± disomogeneità ecostrutturale corrispondenti alle aree
di degradazione del collagene ad opera di proteasi come
la collagenasi e, successivamente, gelatinasi e stromelisina).
Materiali e metodi
In questo studio sono stati arruolati 26 pz , di cui 18
maschi e 8 donne, di età media di 35aa ± 9, che praticavano
jogging, affetti da “tendinopatia achillea”, in cui era
presente un coinvolgimento flogistico del t. achilleo
e/o della sua inserzione.
Sono stati suddivisi in due gruppi: Gruppo A, costituito
da 8 maschi e 4 donne, messi in trattamento con Diclofenac
75mg x 2/die per 20gg.
Gruppo B, costituito da 10 maschi e 4 femmine, in terapia
con Diclofenac 75mg x 2/die per 20gg ed EUTEND buste (1x2
al di per 30gg, poi 1/die x 2 mesi).
A tutti è stata eseguita una ecografia a T0, a T1 (dopo
1 mese) e T2 (dopo 3 mesi) utilizzando Ecografo DIASUS.
Veniva eseguita una valutazione clinica a T0, T1 e T2 con
esame della Scala Analogico Visiva (VAS) e la valutazione
sia in dinamica che in statica della pressione del carico
d’appoggio podalico mediante esame podometrico con apparecchio
“DINATTO 2,5”. In condizioni normali la valutazione sia
in statica che in dinamica dell’appoggio podalico dimostra
una equivalenza delle pressioni esercitate e della distribuzione
dei carichi fra i due lati. In presenza di dolore di un
piede l’analisi podometrica conferma un’alterazione dell’appoggio
con una riduzione delle pressioni di carico e del tempo
di appoggio dal lato del dolore sia in statica che in dinamica.
Risultati
Al controllo T1 (dopo un mese), si rilevava un miglioramento
clinico, evidenziato sia da una riduzione della VAS significativa,
ben correlata, fra l’altro, con la ridistribuzione del
carico podalico come espressione “oggettiva“ della riduzione
della sintomatologia dolorosa, in entrambi i gruppi A
e B. (Fig. 1 e 2)
L’esame ecografico evidenziava, inoltre, una riduzione
della ipoecogenicità in sede inserzionale del tendine,
quale segno di efficacia della terapia antinfiammatoria.
Alla valutazione in T2 (dopo 3 mesi), nel Gruppo A, in
5 pazienti vi era stata una riacutizzazione della sintomatologia
dolorosa e funzionale e, in media, un peggioramento del
quadro funzionale podometrico, sia rispetto a T1 che al
Gruppo B, anche se tale differenza non era statisticamente
significativa.
Nel Gruppo B, invece, persisteva, in tutti pazienti, il
quadro funzionale rilevato in T1, sia come VAS che come
esame podometrico. (Fig. 3 - 4)
L’esame ecografico evidenziava nel Gruppo B un miglioramento
del quadro tendinosico, con un aspetto meno disomogeneo
del tendine, minor numero di aree ipoecogene nel corpo
tendineo ed un ristabilimento della regolare struttura
fibrillare non così evidente nel Gruppo A, a conferma che
l’aggiunta di microelementi costitutivi essenziali in terapia
può avere un ruolo nel ripristino della “qualità” del tendine.

Conclusioni
Sembrerebbe che l’aggiunta di microelementi costitutivi
essenziali, migliorando la qualità dei tendini, specialmente
quelli sottoposti a sollecitazioni meccaniche reiterate,
come negli atleti, riduca gli episodi di riacutizzazione
algici, così come evidenziato dai vari test di funzionalità
e/o valutazione del dolore.
In conclusione EUTEND può essere considerato una vera e
propria terapia di fondo per le patologie degenerative
tendinee, anche se necessitano ulteriori e più ampi studi
longitudinali anche in altre patologie in cui è presente
la degenerazione tendinea (diabete ecc.) per confermare
tale evidenza clinico-strumentale.
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