Andamento epidemiologico
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Una nuova terapia di fondo
per le tendinopatie?
Valutazione clinico-ecografica
in atleti con tendinopatia achillea
M. Muratore


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Anno 6 - Numero 2 - 2006
IL MEDICO SPORTIVO
Periodico di aggiornamento scientifico e
professionale


Una nuova terapia di fondo per le tendinopatie?
Valutazione clinico-ecografica
in atleti con tendinopatia achillea

M. Muratore*, F. Calcagnile*, C.Circhetta*, E. Quarta*
* U.O. Reumatologia Ospedale Galateo San Cesario di Lecce

Introduzione
Una delle complicanze più frequenti di alcune attività sportive è l’insorgenza di patologie flogistiche degenerative a carico di alcune strutture tendinee. La tendinopatia cronica dell’Achilleo è un’affezione dolorosa che colpisce frequentemente gli sportivi che praticano jogging/footing, sia in maniera costante che occasionalmente. Si può associare, anche, una entesopatia calcaneare ma possiamo riscontrare lesioni degenerative che possono giungere alla rottura parziale o completa del tendine. Da un punto di vista eziologico, è dovuta, generalmente a microtraumi reiterati o traumi acuti ma, anche, ad altre patologie (Spondiloartriti sieronegative, dismetabolismi…) o all’uso di alcuni farmaci (antibiotici fluorchinolonici).
In questo studio si è voluto prendere in considerazione le “tendinopatie”, quale processo degenerativo/infiammatorio, per verificare se il solo trattamento con FANS o, invece, l’aggiunta di microelementi costitutivi essenziali (EUTEND) sia in grado di ripristinare la fisiologia del tendine determinando un miglioramento del quadro anatomico e, quindi, funzionale.
Nel nostro studio è stato valutato il tendine di Achille che presentava fenomeni di tipo degenerativo in fase flogistica, con aspetti ecografici di tendinosi (aumento di volume ± disomogeneità ecostrutturale corrispondenti alle aree di degradazione del collagene ad opera di proteasi come la collagenasi e, successivamente, gelatinasi e stromelisina).

Materiali e metodi
In questo studio sono stati arruolati 26 pz , di cui 18 maschi e 8 donne, di età media di 35aa ± 9, che praticavano jogging, affetti da “tendinopatia achillea”, in cui era presente un coinvolgimento flogistico del t. achilleo e/o della sua inserzione.
Sono stati suddivisi in due gruppi: Gruppo A, costituito da 8 maschi e 4 donne, messi in trattamento con Diclofenac 75mg x 2/die per 20gg.
Gruppo B, costituito da 10 maschi e 4 femmine, in terapia con Diclofenac 75mg x 2/die per 20gg ed EUTEND buste (1x2 al di per 30gg, poi 1/die x 2 mesi).
A tutti è stata eseguita una ecografia a T0, a T1 (dopo 1 mese) e T2 (dopo 3 mesi) utilizzando Ecografo DIASUS.
Veniva eseguita una valutazione clinica a T0, T1 e T2 con esame della Scala Analogico Visiva (VAS) e la valutazione sia in dinamica che in statica della pressione del carico d’appoggio podalico mediante esame podometrico con apparecchio “DINATTO 2,5”. In condizioni normali la valutazione sia in statica che in dinamica dell’appoggio podalico dimostra una equivalenza delle pressioni esercitate e della distribuzione dei carichi fra i due lati. In presenza di dolore di un piede l’analisi podometrica conferma un’alterazione dell’appoggio con una riduzione delle pressioni di carico e del tempo di appoggio dal lato del dolore sia in statica che in dinamica.

Risultati
Al controllo T1 (dopo un mese), si rilevava un miglioramento clinico, evidenziato sia da una riduzione della VAS significativa, ben correlata, fra l’altro, con la ridistribuzione del carico podalico come espressione “oggettiva“ della riduzione della sintomatologia dolorosa, in entrambi i gruppi A e B. (Fig. 1 e 2)
L’esame ecografico evidenziava, inoltre, una riduzione della ipoecogenicità in sede inserzionale del tendine, quale segno di efficacia della terapia antinfiammatoria.

Alla valutazione in T2 (dopo 3 mesi), nel Gruppo A, in 5 pazienti vi era stata una riacutizzazione della sintomatologia dolorosa e funzionale e, in media, un peggioramento del quadro funzionale podometrico, sia rispetto a T1 che al Gruppo B, anche se tale differenza non era statisticamente significativa.
Nel Gruppo B, invece, persisteva, in tutti pazienti, il quadro funzionale rilevato in T1, sia come VAS che come esame podometrico. (Fig. 3 - 4)

L’esame ecografico evidenziava nel Gruppo B un miglioramento del quadro tendinosico, con un aspetto meno disomogeneo del tendine, minor numero di aree ipoecogene nel corpo tendineo ed un ristabilimento della regolare struttura fibrillare non così evidente nel Gruppo A, a conferma che l’aggiunta di microelementi costitutivi essenziali in terapia può avere un ruolo nel ripristino della “qualità” del tendine.

Conclusioni
Sembrerebbe che l’aggiunta di microelementi costitutivi essenziali, migliorando la qualità dei tendini, specialmente quelli sottoposti a sollecitazioni meccaniche reiterate, come negli atleti, riduca gli episodi di riacutizzazione algici, così come evidenziato dai vari test di funzionalità e/o valutazione del dolore.
In conclusione EUTEND può essere considerato una vera e propria terapia di fondo per le patologie degenerative tendinee, anche se necessitano ulteriori e più ampi studi longitudinali anche in altre patologie in cui è presente la degenerazione tendinea (diabete ecc.) per confermare tale evidenza clinico-strumentale.

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