XV Congresso Internazionale
di Riabilitazione Sportiva e Traumatologia
Per due giorni Torino è stata
la capitale della medicina di montagna
Giulio Sergio Roi
Direttore Centro Studi Isokinetic, Bologna
L’1 e 2 aprile scorsi si è svolto a Torino il XV Congresso
Internazionale di Riabilitazione Sportiva e Traumatologia
organizzato dall’Education & Research Department
di Isokinetic.
All’evento sono intervenuti i maggiori esperti mondiali
del settore che hanno animato la discussione con gli oltre
800 congressisti intervenuti nelle due giornate e provenienti
da diversi Paesi.
Il congresso è stato aperto dalla relazione del Dott. Giuseppe
Massazza, ortopedico torinese responsabile delle attività
mediche delle recenti Olimpiadi e Para-olimpiadi di Torino
che hanno meravigliato il mondo intero per la grande capacità
organizzativa dimostrata e dove si è potuto assistere per
la prima volta in occasione di una manifestazione sportiva
internazionale, all’utilizzo di procedure digitalizzate
di diagnostica, con esami trasmessi attraverso una rete
di collegamenti informatici tra i vari centri mobili di
Bardonecchia e Sestrière (campi di gare olimpici) e le
sedi ospedaliere di Torino e di consulenza in varie parti
del mondo.
Nella prima parte del congresso sono state presentate le
caratteristiche tecniche di alcune attività sportive praticate
in montagna d’estate (arrampicata, mountain bike, trekking
e skyrunning) e d’inverno (sci alpino e snowboard). La
Dottoressa Mirella De Ruvo ha posto l’attenzione sull’apparato
flessore delle dita della mano che è particolarmente soggetto
ad infortuni nell’arrampicata libera. Esiste infatti uno
stretto rapporto tra la morfologia e la grandezza delle
prese, in particolare con la presa arcuata (“crimp grip”).
Il tendine flessore superficiale è assai frequentemente
soggetto a tendinite ed a tenosinovite ed in minor misura
a stiramenti che, se ripetuti nel tempo, possono formare
un nodulo localizzato all’interno del tendine stesso. L’eccessiva
tensione durante la presa arcuata è responsabile della
rottura della puleggia della guaina dei flessori ed in
particolare della puleggia A2. L’anulare è il dito più
interessato poiché deve sopportare la maggior tensione
in caso di improvvisa scivolata. Il taping delle dita può
essere un’efficace misura preventiva.
Nel trekking in alta quota le problematiche sono dovute
principalmente alla velocità di salita che, se eccessiva,
provoca il mal di montagna acuto. Secondo Urs Wiget la
regola base da applicare per prevenire il mal di montagna
acuto a quote superiori a 3000 m, è salire di non più di
300-500 m al giorno e di fermarsi una giornata per acclimatarsi
ogni 1000 m di aumento di quota.
Nella mountain bike gli infortuni avvengono prevalentemente
in discesa, con traumi di varia entità alla testa, al dorso,
alla spalla ed agli arti superiori. Il Dott. Gianni Mazzoni
ha posto l’accento sul fatto che le donne presentano una
maggior incidenza di infortuni e sul fatto che il casco
non sempre riesce a proteggere efficacemente la testa ed
il volto dagli infortuni.
Anche nello skyrunning gli infortuni si registrano quasi
esclusivamente in discesa, soprattutto a carico della caviglia,
ma quasi sempre si tratta di distorsioni recidivanti, su
caviglie instabili.
Il Dott. Mike Langran, portavoce dell’International Society
for Skiing Safety ha posto l’accento sulla traumatologia
dello snowboard, una disciplina che sta sempre più affermandosi
specie tra i giovani (solo l’1% dei praticanti ha un’età
superiore a 40 anni) e che è caratterizzata dal fatto che
solo un terzo dei praticanti prende lezioni da un maestro.
Ciò comporta che chi sale per la prima volta su una tavola
da sci incontra un alto rischio di infortunio, soprattuto
quando non è seguito da un istruttore qualificato. Il rischio
di infortunio è circa il doppio rispetto allo sci alpino
(5 infortuni per 1000 snowbordisti/giorno), con particolare
frequenza delle lesioni a carico del polso (25%). Nello
snowboard si sono rapidamente diffusi il casco e tutori
per il polso e per il tratto lombare. Recentemente è stato
osservato un aumento degli infortuni alla colonna, come
conseguenza di traumi contusivi in seguito a cadute da
evoluzioni particolarmente spericolate, comprendenti il
salto.
Per quanto riguarda lo sci alpino, il Professor Yuko Urabe,
dell’Università di Hiroshima, ha riportato la sua esperienza
secondo la quale la distorsione del ginocchio avviene prima
(21%), durante (55%), e dopo (24%) la caduta, con un’elevatissima
percentuale di casi in cui lo scarpone non si sgancia dagli
attacchi (96% dei casi).
Nella parte chirurgica del congresso sono state affrontate
le problematiche connesse alle tecniche di ricostruzione
dell’LCA (Prof. Flavio Quaglia), dell’LCP (Prof. Jorge
Candel) ed al trattamento delle lesioni cartilaginee (prof.
Maurilio Marcacci) con particolare riferimento agli sportivi
che praticano attività in montagna.

Il Dottor Richard Steadman, fondatore dell’omonima
clinica a Vail in Colorado, famoso in Italia per
aver operato Alessando Del Piero nel 1998, ha tenuto
un’interessante lezione magistrale portando la
sua pluriennale esperienza sulla chirurgia postraumatica
del ginocchio nello sci alpino e sottolineando
l’importanza di focalizzarsi sugli obiettivi del
recupero funzionale e non sui tempi.
Sempre in campo chirurgico-riabilitativo sono state presentate
diverse esperienze di ritorno allo sport amatoriale (sci
alpino ed anche skyrunning) di pazienti portatori di
protesi d’anca e di ginocchio, e sono stati evidenziati
i notevoli progressi nella ricerca sui materiali e delle
tecniche chirurgiche e riabilitative.
Di particolare interesse per i peculiari contenuti preventivi
e riabilitativi è stato il simposio sulla "montagna
come luogo della riabilitazione". L’ambiente
montano, per le sue proprie caratteristiche, sembra
infatti essere appositamente indicato per la riabilitazione
dei pazienti cardiologici, diabetici, asmatici e
per la guarigione dei processi infettivi generali.
Da un punto di vista della salute e della prevenzione
ha suscitato notevole interesse la proposta del presidente
della Federazione Sport Alta Quota (FSA) Marino Giacometti,
riguardante la preparazione di sentieri e percorsi
montani studiati in modo da fornire indicazioni sul
dispendio energetico di chi li percorre, tenendo
conto di lunghezza e dislivello, del peso corporeo
e della velocità di percorrenza, con possibilità
di paragoni tra soggetti sedentari, allenati ed atleti.
Infine non sono mancate le “curiosità”: il Dottor Gege
Agazzi della Commissione Centrale Medica del CAI, ha
presentato dati ed esperienze sulle problematiche connesse
al recupero funzionale dopo morso di vipera, un evento
che presenta in Europa un’incidenza di 15-20000 morsicature
all’anno, con 50 decessi.
Gli abstract del congresso sono reperibili visitando
il sito
www.isokinetic.com.
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