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XV Congresso Internazionale di Riabilitazione Sportiva
e Traumatologia
Per due giorni Torino
è stata la capitale
della medicina di montagna
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Anno 6 - Numero 2 - 2006
IL MEDICO SPORTIVO
Periodico di aggiornamento scientifico e
professionale


XV Congresso Internazionale di Riabilitazione Sportiva e Traumatologia
Per due giorni Torino è stata
la capitale della medicina di montagna

Giulio Sergio Roi
Direttore Centro Studi Isokinetic, Bologna


L’1 e 2 aprile scorsi si è svolto a Torino il XV Congresso Internazionale di Riabilitazione Sportiva e Traumatologia organizzato dall’Education & Research Department di Isokinetic.
All’evento sono intervenuti i maggiori esperti mondiali del settore che hanno animato la discussione con gli oltre 800 congressisti intervenuti nelle due giornate e provenienti da diversi Paesi.
Il congresso è stato aperto dalla relazione del Dott. Giuseppe Massazza, ortopedico torinese responsabile delle attività mediche delle recenti Olimpiadi e Para-olimpiadi di Torino che hanno meravigliato il mondo intero per la grande capacità organizzativa dimostrata e dove si è potuto assistere per la prima volta in occasione di una manifestazione sportiva internazionale, all’utilizzo di procedure digitalizzate di diagnostica, con esami trasmessi attraverso una rete di collegamenti informatici tra i vari centri mobili di Bardonecchia e Sestrière (campi di gare olimpici) e le sedi ospedaliere di Torino e di consulenza in varie parti del mondo.
Nella prima parte del congresso sono state presentate le caratteristiche tecniche di alcune attività sportive praticate in montagna d’estate (arrampicata, mountain bike, trekking e skyrunning) e d’inverno (sci alpino e snowboard). La Dottoressa Mirella De Ruvo ha posto l’attenzione sull’apparato flessore delle dita della mano che è particolarmente soggetto ad infortuni nell’arrampicata libera. Esiste infatti uno stretto rapporto tra la morfologia e la grandezza delle prese, in particolare con la presa arcuata (“crimp grip”). Il tendine flessore superficiale è assai frequentemente soggetto a tendinite ed a tenosinovite ed in minor misura a stiramenti che, se ripetuti nel tempo, possono formare un nodulo localizzato all’interno del tendine stesso. L’eccessiva tensione durante la presa arcuata è responsabile della rottura della puleggia della guaina dei flessori ed in particolare della puleggia A2. L’anulare è il dito più interessato poiché deve sopportare la maggior tensione in caso di improvvisa scivolata. Il taping delle dita può essere un’efficace misura preventiva.
Nel trekking in alta quota le problematiche sono dovute principalmente alla velocità di salita che, se eccessiva, provoca il mal di montagna acuto. Secondo Urs Wiget la regola base da applicare per prevenire il mal di montagna acuto a quote superiori a 3000 m, è salire di non più di 300-500 m al giorno e di fermarsi una giornata per acclimatarsi ogni 1000 m di aumento di quota.
Nella mountain bike gli infortuni avvengono prevalentemente in discesa, con traumi di varia entità alla testa, al dorso, alla spalla ed agli arti superiori. Il Dott. Gianni Mazzoni ha posto l’accento sul fatto che le donne presentano una maggior incidenza di infortuni e sul fatto che il casco non sempre riesce a proteggere efficacemente la testa ed il volto dagli infortuni.
Anche nello skyrunning gli infortuni si registrano quasi esclusivamente in discesa, soprattutto a carico della caviglia, ma quasi sempre si tratta di distorsioni recidivanti, su caviglie instabili.
Il Dott. Mike Langran, portavoce dell’International Society for Skiing Safety ha posto l’accento sulla traumatologia dello snowboard, una disciplina che sta sempre più affermandosi specie tra i giovani (solo l’1% dei praticanti ha un’età superiore a 40 anni) e che è caratterizzata dal fatto che solo un terzo dei praticanti prende lezioni da un maestro. Ciò comporta che chi sale per la prima volta su una tavola da sci incontra un alto rischio di infortunio, soprattuto quando non è seguito da un istruttore qualificato. Il rischio di infortunio è circa il doppio rispetto allo sci alpino (5 infortuni per 1000 snowbordisti/giorno), con particolare frequenza delle lesioni a carico del polso (25%). Nello snowboard si sono rapidamente diffusi il casco e tutori per il polso e per il tratto lombare. Recentemente è stato osservato un aumento degli infortuni alla colonna, come conseguenza di traumi contusivi in seguito a cadute da evoluzioni particolarmente spericolate, comprendenti il salto.
Per quanto riguarda lo sci alpino, il Professor Yuko Urabe, dell’Università di Hiroshima, ha riportato la sua esperienza secondo la quale la distorsione del ginocchio avviene prima (21%), durante (55%), e dopo (24%) la caduta, con un’elevatissima percentuale di casi in cui lo scarpone non si sgancia dagli attacchi (96% dei casi).
Nella parte chirurgica del congresso sono state affrontate le problematiche connesse alle tecniche di ricostruzione dell’LCA (Prof. Flavio Quaglia), dell’LCP (Prof. Jorge Candel) ed al trattamento delle lesioni cartilaginee (prof. Maurilio Marcacci) con particolare riferimento agli sportivi che praticano attività in montagna.

 


Il Dottor Richard Steadman, fondatore dell’omonima clinica a Vail in Colorado, famoso in Italia per aver operato Alessando Del Piero nel 1998, ha tenuto un’interessante lezione magistrale portando la sua pluriennale esperienza sulla chirurgia postraumatica del ginocchio nello sci alpino e sottolineando l’importanza di focalizzarsi sugli obiettivi del recupero funzionale e non sui tempi.
Sempre in campo chirurgico-riabilitativo sono state presentate diverse esperienze di ritorno allo sport amatoriale (sci alpino ed anche skyrunning) di pazienti portatori di protesi d’anca e di ginocchio, e sono stati evidenziati i notevoli progressi nella ricerca sui materiali e delle tecniche chirurgiche e riabilitative.
Di particolare interesse per i peculiari contenuti preventivi e riabilitativi è stato il simposio sulla "montagna come luogo della riabilitazione". L’ambiente montano, per le sue proprie caratteristiche, sembra infatti essere appositamente indicato per la riabilitazione dei pazienti cardiologici, diabetici, asmatici e per la guarigione dei processi infettivi generali. Da un punto di vista della salute e della prevenzione ha suscitato notevole interesse la proposta del presidente della Federazione Sport Alta Quota (FSA) Marino Giacometti, riguardante la preparazione di sentieri e percorsi montani studiati in modo da fornire indicazioni sul dispendio energetico di chi li percorre, tenendo conto di lunghezza e dislivello, del peso corporeo e della velocità di percorrenza, con possibilità di paragoni tra soggetti sedentari, allenati ed atleti.
Infine non sono mancate le “curiosità”: il Dottor Gege Agazzi della Commissione Centrale Medica del CAI, ha presentato dati ed esperienze sulle problematiche connesse al recupero funzionale dopo morso di vipera, un evento che presenta in Europa un’incidenza di 15-20000 morsicature all’anno, con 50 decessi.
Gli abstract del congresso sono reperibili visitando il sito

www.isokinetic.com.

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