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Anno 6 - Numero 1 - 2006
IL MEDICO SPORTIVO
Periodico di aggiornamento scientifico e
professionale


Botta e risposta con… Rodolfo Tavana
a cura di Massimo Padula

Rodolfo Tavana,
Direttore Sanitario
Centro di Riabilitazione per lo Sport
Isokinetic - Milano

Dottor Tavana, l’ultima volta che ci siamo incontrati è stato a Milanello pochi giorni dopo la 6° vittoria in Europa del Milan. A tre anni di distanza molte cose sono cambiate: oggi sei il Direttore Sanitario del prestigioso Centro Isokinetic di Milano, mentre, ci sia permessa una battuta, il Milan è rimasto fermo alla 6° coppa! (purtroppo!)
Dal riferimento alla tua precedente esperienza “calcistica” viene spontaneo richiamare alla memoria anche le tue esperienze nel mondo dello sci e questo ci fornisce lo spunto per parlare di Olimpiadi Invernali Torino 2006 che già agli esordi hanno mostrato al mondo sportivo come anche i migliori e più preparati atleti possano incorrere in cadute a volte rovinose come nel caso delle atlete della discesa libera o del pattinaggio artistico. Non ti nascondiamo che spesso ci scrivono in redazione ponendoci sempre la stessa domanda che ti riassumiamo: “Ma gli atleti infortunati, come fanno a recuperare e a tornare competitivi così in fretta? Merito dei farmaci, della preparazione atletico-muscolare o della riabilitazione?

R.T.: Oggi esiste una figura professionale che un tempo mancava. Lo Specialista in Medicina dello Sport. All’interno di tale specialità c’è poi chi si è interessato particolarmente alla cura dei traumi ed è il traumatologo sportivo, la cui esperienza è legata alla cura dell’infortunio sportivo con un occhio anche al mantenimento della condizione fisica in fase di infortunio e una visione preventiva del problema. Con protocolli curativi e preventivi si guarisce meglio (in termini sportivi) e si evitano le ricadute.

Restando sempre in tema di Olimpiadi Invernali, ritieni che la preparazione delle piste da libera, (innevamento artificiale, congelamento) abbia un “peso” determinante nell’aumentare il rischio di cadute e, soprattutto, di cadute con lesioni fisiche gravi?

R.T.: Purtroppo le alte velocità che oggi si raggiungono dipendono anche dall’evoluzione tecnica e dai materiali attualmente in uso. Occorre però evidenziare la maggior attenzione nella sicurezza delle piste, attuata regolarmente nelle competizioni importanti (piste ben curate e contornate da protezioni adeguate). Ciò fornisce garanzia agli atleti. Direi che ai giochi Olimpici di Torino si è notato un ottimo abbinamento tra sicurezza delle piste e perfetta organizzazione sanitaria nel gestire le emergenze. Poi, si sa, lo sport agonistico presenta sempre dei rischi.
Anche quest’anno si svolgerà il XV° Congresso organizzato da Isokinetic.

Come membro del comitato scientifico ritieni che la scelta della sede e della tematica portante, la traumatologia sportiva negli sport invernali, possano essere strategiche e di forte richiamo vista la vicinanza con le Olimpiadi Invernali?

R.T.: Certamente argomento e sede sono doverosi in un 2006 all’insegna degli sport invernali. Ritengo che i giochi olimpici abbiano stimolato la gente alla pratica di sport meno noti e questo afflusso di sportivi verso tali attività richiederà preparazione e aggiornamento anche negli addetti alla salute degli atleti praticanti attività sul ghiaccio e sulla neve.

Sempre in tema di Olimpiadi, abbiamo visto, per esempio nel pattinaggio maschile, che alcuni campioni, dopo aver commesso un errore, non riescono più ad esprimersi al meglio, segno evidente di una caduta nel tono dell’umore, con evidente demotivazione. Ora, nel corso della preparazione atletica, in una giornata tipo, viene dedicato del tempo alla preparazione mentale, vale a dire al controllo dello stato d’animo e dell’umore anche di fronte ad errori e, perché no, anche ai successi ?

R.T.: Anche su questo argomento esistono professionisti che facilitano la gestione dell’ansia sportiva; devono però essere parte di un’equipe sanitaria ben coordinata e in sintonia con l’allenatore, altrimenti si rischia di confondere il campione e renderlo più fragile. Quindi è fondamentale che una federazione sportiva investa nel settore sanitario esattamente come la Ferrari investe in ingegneri e meccanici. Quando lavoravo nella FISI lo staff sanitario era tenuto in alta considerazione e tuttora si avvale di medici di altissimo livello. Occorre che si investa sempre più in tale settore che spesso resta l’ultima ruota del carro.

Una domanda per gli sportivi dilettanti che si dedicano alla domenica o nelle settimane bianche, allo sci alpino o di fondo o allo snowboard: quali esercizi preparatori all’attività, e quanto tempo prima dello svolgere la stessa, consiglieresti ad uno sportivo dilettante per ridurre il rischio di cadute ed infortuni?

R.T.: Gli sport sulla neve sono sempre rischiosi. Prendiamo, ad esempio, lo sci di fondo: ci sono salite e discese e le discese vengono affrontate con sci senza lamine, quindi tecnicamente più impegnativi rispetto a quelli da sci alpino. Occorre una condizione fisica adeguata che non lasci spazio a stanchezza o carenza di forza muscolare che conduca al classico infortunio dell’ultima discesa. A mio parere occorre iniziare in autunno allenando i muscoli e la condizione generale (in pratica migliorare le qualità cardio-circolatorie, quindi la resistenza aerobica, senza trascurare forza muscolare e flessibilità). Anche qui sarebbe meglio affidarsi a degli esperti esattamente come faremmo per la nostra autovettura quando chiediamo al meccanico una verifica.

Quando lo sciatore amatoriale si infortuna deve cercare necessariamente di essere curato dai traumatologi dei campioni?

R.T.: No. Personalmente ho incontrato specialisti di tutto il mondo; il mio lavoro al Milan, con giocatori provenienti da tutti i continenti, lo richiedeva. Posso garantire che il livello della scuola Italiana di ortopedia è molto elevato. In Italia esistono chirurghi validissimi che agiscono anche in ambito pubblico. L’unica raccomandazione che faccio loro è di non permettere il “fai da te” nel recupero del paziente. Se si vuole tornare allo sport occorrono programmi e risorse adeguate a tale scopo.

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