ACQUA
E SPORT COME AUMENTARE LA RISERVA ALCALINA DELL’ATLETA
Enrico Castellacci
Direttore Dipartimento di Medicina e Traumatologia dello
Sport Az. USL 2 Lucca
Carlo Giammattei
Dirigente medico Dipartimento di Medicina e Traumatologia
dello Sport Az. USL 2 Lucca
L’acqua costituisce
il 40-60% della massa corporea. In condizioni normali di
temperatura e a riposo un soggetto assume mediamente 2.5
litri di acqua il giorno, con le bevande oppure attraverso
gli alimenti. In corso di intense attività sportive
come il ciclismo e in condizioni ambientali che richiedono
forte sudorazione, l’assunzione di acqua può
aumentare fino addirittura a sei volte rispetto al normale.
Pertanto, l’organismo umano quando è sottoposto
ad uno sforzo fisico, tanto più se svolto in condizioni
di temperatura e umidità ambientali elevate, attiva
quei meccanismi (termoregolazione) in grado di indurre un’adeguata
riduzione della temperatura corporea (termodispersione)
Il meccanismo più efficace in tale senso è
certamente l’evaporazione del sudore che, durante
il lavoro muscolare, è prodotto in maniera più
efficiente proprio per salvaguardare l’integrità
dell’organismo e per garantire la massima capacità
di prestazione atletica.
In atleti impegnati in gare ciclistiche di rilevante intensità
e durata (corse a tappe, classiche in linea sempre superiori
ai 200 Km, oppure le gran fondo amatoriali) si possono verificare
variazioni considerevoli del peso, fino a 4-5 Kg, in grandissima
parte rappresentati dall’acqua persa per la sudorazione.
Una carenza di acqua è mal tollerata dall’organismo;
tra i pericoli della disidratazione sono rilevabili la riduzione
dell’efficienza cardiovascolare, la diminuzione del
flusso ematico cutaneo con aumento della temperatura interna,
la riduzione del volume plasmatico e la conseguente alterazione
della funzionalità renale. Proporzionalmente al grado
di disidratazione si riduce la propria capacità di
prestazione atletica: una perdita di acqua pari solo all’1%
del peso corporeo può influire sul rendimento fisico,
mentre una perdita del 2,5% del peso corporeo può
determinare una riduzione fino al 35% della prestazione
sportiva, perdite maggiori risultano particolarmente pericolose
fino a mettere in serio rischio la vita. A contribuire ulteriormente
alla comparsa di disturbi legati alla sudorazione concorrono
anche le perdite dei minerali normalmente disciolti nel
sudore, soprattutto sodio e cloro (NaCl, il comune sale
da cucina) e in misura minore anche potassio e magnesio
Bisogna considerare inoltre che, durante l’attività
fisica, nonostante venga assunta una congrua quantità
di liquidi, gli atleti possono comunque andare incontro
ad uno stato di parziale disidratazione in quanto la velocità
con cui vengono persi i liquidi con il sudore può
risultare decisamente superiore alle possibilità
di assimilazione.
Da ciò deriva la necessità che lo sportivo
inizi a bere già prima dello svolgimento dell’attività
fisica e continui a farlo anche nel corso della seduta di
allenamento o gara e prosegua il reintegro idrico-minerale
nel periodo successivo al termine della prestazione atletica.
Nel corso di sforzi intensi e ripetuti anche durante gare
ciclistiche, scatti in pianura e soprattutto in salita,
frazioni a cronometro si verificano anche grosse modificazioni
dell’equilibrio metabolico acido-base, soprattutto
in conseguenza della produzione di acido lattico che fa
si che il pH del sangue e del muscolo diminuisca potendo
arrivare a livello ematico attorno a 7,0 ed a livello muscolare
a circa 6,4. Questi valori appaiono veramente eccessivi
quando si consideri che durante il riposo un pH ematico
inferiore a 7,4 indica acidosi.
Il mantenimento di un conveniente stato acido-base nell’ambiente
interno viene conseguito mediante tre meccanismi fondamentali:
1. Nei liquidi corporei sono presenti sistemi di sostanze
chimiche detti tamponi; queste sostanze reagiscono con gli
acidi e con le basi per mantenere un appropriato equilibrio
acido-base
2. Il rene, in virtù di un sistema sensore, eliminerà
urina che sarà o acida o basica, al fine di mantenere
il giusto assetto acido-base dell’ambiente interno
3. Il meccanismo respiratorio concorrerà a regolare
l’equilibrio acido-base per mezzo del quantitativo
di anidride carbonica da esso ritenuta od eliminata.

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Nel corpo, il quantitativo di ioni bicarbonato disponibile
per il tamponamento viene detto riserva alcalina.
È stato supposto da alcuni autori che l’assunzione
di un certo quantitativo di bicarbonato, al fine di incrementare
la riserva alcalina, possa prevenire l’insorgenza
della fatica durante lavori o prestazioni atletiche pesanti
e prolungate. Alcuni studi in effetti hanno dimostrato una
aumentata capacità di tamponare l’acido lattico
dopo assunzione di bicarbonato.
In questo studio abbiamo voluto valutare come possa essere
influenzata la riserva alcalina organica di un atleta assumendo
con regolarità un’acqua bicarbonato alcalino
terrosa come l’acqua di Uliveto che si è dimostrata
utile in medicina sportiva per reintegrare la perdita di
liquidi e ripristinare il normale assetto idroelettrolitico
in quanto:
- è ricca di ioni sodio e cloro
- è molto ricca di ioni bicarbonato, possedendo una
azione tamponante nei confronti dell’acidosi metabolica
indotta dal lavoro muscolare
- pur essendo ricca di sali è ipotonica rispetto
al plasma.
Abbiamo quindi cercato di valutare in modo semplice, non
invasivo e con minime risorse a disposizione la riserva
alcalina organica e la sua capacità di tamponare
lo stato di acidosi metabolica indotta durante attività
sportiva. Le più comuni indagini di laboratorio per
individuare alterazioni dell’equilibrio acido-base
sono le misurazioni del pH e della pCO2 ematica, esami difficoltosi
da eseguire ed invasivi, ma anche determinare campioni estemporanei
di urina si può rilevare una metodica molto utile
e di semplice esecuzione.
Infatti sia nel caso di acidosi respiratoria che di acidosi
metabolica, il rene risponde lentamente aumentando il riassorbimento
dello ione bicarbonato a spese dello ione cloruro.
Se la concentrazione di ioni bicarbonato del plasma scende,
più H+ compare nella urina come acidità titolabile
come NH4+. Pertanto quanto più lo ione bicarbonato
del plasma diminuisce, tanto più acida e ricca di
NH4+ diventa l’orina.
Il pH dell’urina può variare fra 4,5 e 8 circa,
nell’uomo, dipendendo dalla velocità dei relativi
processi di secrezione acida, di produzione di NH4+ e di
escrezione di bicarbonato.
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Materiali e metodi
Sono stati studiati 10 ciclisti agonisti categoria under
23 nel periodo di piena attività competitiva a livello
nazionale ed internazionale, che si allenavano con frequenza
giornaliera e partecipavano in media a 1-2 gare settimanali,
non è stato modificato niente nei programmi di allenamento,
nell’alimentazione, nell’integrazione, essendo
atleti seguiti dal nostro centro di Medicina dello Sport,
è stata solo sostituita la totalità dell’acqua
assunta durante l’intera giornata con acqua di Uliveto
per un periodo di 15 giorni.
Tutti i soggetti nel periodo studiato non hanno presentato
alcuna patologia in atto ed hanno acconsentito al protocollo
di studio.
Al 5°,10° ed al 15° giorno è stato eseguito
un esame dell’urina con apparecchiatura Atlas –
Bayer per la determinazione del pH e confrontato con i valori
di pH urinario di 3 precedenti esami seguiti nell’anno
in corso in occasione di controlli periodici previsti dai
vigenti regolamenti sportivi.
Le caratteristiche antropometriche dei soggetti sono illustrate
nella tabella 1.
Nella tabella n° 2 sono stati riportati i valori di
pH urinario individuale riscontrato nelle misurazioni del
mattino in 3 controlli effettuati nei mesi precedenti all’assunzione
di acqua di Uliveto e la media per ciascun atleta.
Nella tabella n°3 sono riportati i valori di pH urinario
individuale riscontrato nelle misurazioni del mattino al
5° giorno(1°controllo), al 10° (2° controllo)
ed al 15° giorno di assunzione di acqua di Uliveto e
la media dei 3 campioni per ogni atleta.
Risultati ed analisi dei risultati
Per quanto riguarda l’andamento dei valori di pH urinario,
come si vede dalla tabella 4, abbiamo riscontrato in tutti
i 10 ciclisti un lieve incremento fra i primi ed i secondi
rilievi, ciò sta a dimostrare che sostituire la componente
idrica della dieta con una acqua alcalino-terrosa come l’acqua
di Uliveto è in grado di correggere la tendenza alla
acidosi metabolica, aumentare la riserva alcalina dell’organismo
grazie ai bicarbonati presenti nell'acqua. Questi ultimi
sono inoltre di grande utilità per correggere l'acidosi
metabolica eventualmente alterata dallo sforzo fisico prolungato.
I valori di pH urinario aumentati sono indice di un minore
stato di acidosi a livello tissutale
I valori relativi al pH urinario basale confrontati con
quelli dopo l’assunzione di acqua di Uliveto analizzati
con T-Test di Student per dati appaiati hanno dimostrato
una differenza altamente significativa con t = -4,64 e p=
0,001.
In letteratura sono reperibili dati che depongono a favore
di sostanze alcalinizzanti come mezzo per migliorare la
performance, noi abbiamo voluto dimostrare come una dieta
idropinica con una acqua alcalino-terrosa possa contribuire
a migliorare il tamponamento dell’acidosi lattica
dovuta ad intensa attività sportiva senza creare
scompensi a livello metabolico.

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Conclusioni
La necessità di una corretta idratazione nell’atleta
e nel ciclista in particolare, è una esigenza ormai
fondamentale nella pratica sportiva quotidiana, sia per
esprimere la performance migliore, sia per evitare situazioni
nocive alla salute dell’atleta stesso.
A livello della comunità scientifica vi è
ormai comune accordo sull’utilità di reintegrare
le perdite idriche e saline del sudore con una sostanza
ipotonica rispetto al plasma, ma ricca di sali, in particolare
sodio, potassio, calcio e bicarbonato.
L’acqua di Uliveto rispecchia tutti i requisiti sopraesposti
grazie al suo particolare contenuto ionico (sodio, cloro,
calcio, magnesio, bicarbonato, ecc.). Inoltre, come abbiamo
dimostrato in questo studio, possiede una azione tampone
nei confronti dell’acidosi metabolica indotta da intense
attività sportive, per cui può contribuire
ad aumentare la riserva alcalina anche in altre circostanze
come in caso di stili di vita inadeguati, abitudini alimentari
non corrette, prolungate terapie farmacologiche.
In accordo con tali risultati sono i dati di Faina, che
ha evidenziato un miglioramento delle capacità di
performance in atleti dopo assunzione di acqua di Uliveto.
La quantità necessaria di acqua per l’organismo
varia con lo sport praticato, la sua durata, l’intensità
a cui viene svolto e le condizioni climatiche; paradossalmente
poi, sono proprio i soggetti meno allenati a subire le maggiori
alterazioni metaboliche visto che, nei professionisti, la
costante attitudine allo sforzo finisce per indurre adattamenti
di compenso atti a risparmiare acqua e, soprattutto, sali
minerali. Da quanto esposto risulta evidente quindi quanto
importante sia per ogni individuo ed in particolare per
un atleta una corretta idratazione, occorre però
sottolineare che nella specie umana il senso della sete
è inadeguato rispetto alle reali necessità
e quindi il suo soddisfacimento non costituisce un parametro
valido per la valutazione della quantità di liquidi
da assumere ; perciò affinché un trattamento
preventivo della disidratazione sia efficace, occorrono
quantità di liquidi abbondanti, comunque in eccesso
alla sensazione di sete. Un fattore limitante potrebbe essere
costituito dal senso di fastidio derivante dalla distensione
gastrica; in relazione a tale problema l’acqua di
Uliveto presenta caratteristiche assai interessanti: infatti
gli ioni calcio di cui è ricca stimolano la liberazione
di gastrina, che ha effetto procinetico sulla muscolatura
gastrica. L’azione antidispeptica propria dell’acqua
di Uliveto quindi risulta essere molto utile nello sportivo
favorendo così l’assunzione di grandi quantità
di liquidi.
L’azione tamponante nei confronti dell’acidosi
metabolica indotta da intense attività sportive è
stata dimostrata dal fatto che in nessuno degli atleti studiati
vi è stata una riduzione dei valori medi del pH urinario
dei 3 campioni di urina esaminati durante l’assunzione
di questo tipo di acqua, mentre nella quasi totalità
dei casi vi è stato invece un lieve incremento significativo
di un fisiologico aumento della riserva alcalina dell’organismo
senza alcun squilibrio a livello metabolico come invece
si può avere dopo assunzione di sostanze alcalinizzanti
(bicarbonati, fosfati ecc.) in alte dosi.

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