GLI
INFORTUNI MUSCOLARI DA TRAUMA DIRETTO NEL BASKET
Masserano Gianni,
Fisiatra - Responsabile Staff Medico Lauretana Basket Biella
Zanazzo Milco,
Mft - AZIMUT riabilitazione - Biella
Introduzione
La lesione muscolare è una patologia molto frequente
nella pratica sportiva e la letteratura riporta un’incidenza
intorno al 25-30% di tutte le lesioni da sport.
Una recente statistica della National Basketball Association
ha mostrato che tali lesioni presentano un’incidenza
che le colloca al quarto posto fra le più frequenti,
dopo la distorsione di caviglia, la tendinite rotulea e
i problemi del rachide.
Le lesioni muscolari da traumatismo diretto nei giocatori
di basket, rappresentano una minima percentuale degli infortuni
muscolari ed il distretto più esposto è sicuramente
quello costituito dalla loggia antero-laterale della coscia.
Le possibilità terapeutiche sono molte e variano
in base alla severità delle condizioni del paziente,
dell’estensione e della localizzazione della lesione.
Lo scopo di questo studio retrospettivo è di analizzare
il percorso riabilitativo effettuato con un gruppo omogeneo
di atleti agonisti.
Materiale e metodi
Nelle stagioni agonistiche 2001/2002 e 2002/2003, disputate
dalla nostra squadra nel campionato di basket di serie A1,
si sono verificati 9 infortuni muscolari.
Di questi 4 per trauma diretto durante le fasi di gioco,
in partita od in allenamento; 3 all’arto inferiore
destro e 1 all’arto inferiore sinistro, tutti localizzati
tra vasto laterale e retto femorale. Un giocatore ha subito
due infortuni, non contemporanei, su entrambi gli arti inferiori.
Tutti i soggetti sono stati sottoposti ad indagine ecografica
e studio R.M.N. dopo l’infortunio e prima del rientro.
In un caso si è rivelato necessario procedere a drenaggio
ago-aspirato dell’ematoma sotto guida ecografica.

Trattamento riabilitativo
Nelle fasi immediatamente successive all’evento traumatico,
è stato impostato trattamento farmacologico a scopo
anti-infiammatorio ed anti-dolorifico, abbinato a trattamento
locale con crioterapia e bendaggio compressivo.
Le terapie fisiche utilizzate sono state tecar-terapia ed
ultrasuoni ed il recupero dell’escursione articolare
completa è stato spesso lento e difficoltoso. Il
programma riabilitativo si è diviso tra idrokinesiterapia
e trattamento a secco. Lo scarico gravitazionale e la detonizzazione
ottenuta dalla permanenza in acqua, hanno consentito di
anticipare l’esecuzione di movimenti attivi del gruppo
muscolare lesionato; la pressione idrostatica inoltre, ha
facilitato il drenaggio linfatico e vascolare.
A secco invece, è stato praticato inizialmente un
drenaggio linfatico manuale che, gradualmente si è
trasformato in un vero massaggio eutrofizzante.
Il lavoro attivo, con elastici o piccoli sovraccarichi,
in catena cinetica chiusa ed aperta, è iniziato sempre
dalla contrazione della muscolatura antagonista, per arrivare
alla contrazione isotonica (eccentrica e concentrica) e
isocinetica.
Costante allungamento di tutta la muscolatura degli arti
inferiori è stata effettuata in modo segmentario
e globale ( r.p.g.).
Risultati
Conclusioni
Tutti gli atleti sono ritornati alla pratica agonistica,
ma solo dopo una riabilitazione attenta e prolungata, in
un caso superiore ai 40 giorni. L’assenza dal campo
sportivo si è rivelata così avere un’incidenza
piuttosto alta rispetto agli altri infortuni, in tutti i
casi presi in esame. Questo dato ci induce a pensare che,
pur avendo la traumatologia muscolare diretta un’incidenza
relativamente bassa nell’ambito dell’infortunistica
del basket, le problematiche da essa derivate rivestono
un notevole impegno di risorse da parte del giocatore e
di tutto lo staff sanitario.
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